Luoghi stregati

Buon Martedì a tutti followers! eccoci qui in questa nuova settimana e con un nuovissimo articolo, bene oggi parliamo di luoghi diciamo particolari, dei borghi, che sono stati soggetti all’antico culto della stregoneria, masche, janare, striare, magare e non solo, praticamente ogni regione d’Italia ha un proprio modo per chiamare le streghe, del resto, le storie che le hanno per protagoniste non mancano, la “caccia alle streghe” che tra la fine del Medioevo e l’Inizio dell’Età Moderna ha imperversato per tre secoli in Europa e nel Nord America non ha risparmiato l’Italia, in molte città, borghi e paesi è stata perpetrata una persecuzione sanguinaria nei confronti di donne ritenute serve e amanti del maligno, ma più spesso diverse, emarginate o “scandalose”.

  • San Lupo;

San Lupo è un borgo della provincia di Benevento, una terra che vanta una lunga tradizione di streghe o per meglio dire “janare”, la tradizione vuole che fosse uno dei luoghi dove venivano celebrati i sabba. Le sfrenate feste in onore del maligno avvenivano vicino al torrente detto non a caso delle Janare e proprio lungo il corso d’acqua, dopo un rito, è stata ritrovata una neonata.

Una volta cresciuta, la ragazzina ha iniziato a occuparsi delle greggi della famiglia e un giorno è stata notata dal maturo signore del Castello di Limata. La giovane ha resistito alle sue avances e l’uomo, per vendicarsi, ha raccontato di averla sorpresa a celebrare riti satanici. La maldicenza ha avuto tragiche conseguenze, la gente del posto è andata a prendere la ragazzina e l’ha uccisa gettandola da quello che oggi è il “Ponte delle Janare”.

Il corpo non è stato ritrovato e qualche tempo dopo hanno iniziato a circolare voci su una figura femminile che danzava nuda vicino al torrente. Nessuno è mai riuscito ad avvicinarla, fino a che un lontano discendente del signore del Castello di Limata ha seguito la misteriosa apparizione ed è scomparso senza lasciare traccia, come racconta la laeggenda.

  • Rifreddo;

Accoccolato ai piedi del Monviso e del Monte Bianco, Rifreddo è stato teatro nel 1495 di un drammatico episodio dell’Inquisizione, nove donne del paese e del vicino borgo di Gambasca sono state accusate di essere delle streghe delle “masche” e di avere perpetrato terribili delitti, compreso avere ucciso e mangiato un neonato. La causa scatenante è stata la morte di una inserviente dell’Abbazia di Santa Maria della Stella. Prima di spirare, la giovane ha accusato una vedova di Rifreddo, Giovanna Motossa, sulla quale già circolavano voci di stregoneria. La donna ha “confessato” i suoi legami con il demonio e innumerevoli crimini e ha coinvolto altre sventurate. Gran parte degli atti del processo alle streghe di Rifreddo sono conservati presso l’archivio comunale.

  •  Triora;

Triora è “il paese delle streghe” e “la Salem d’Italia”, la fama sinistra del piccolo borgo in provincia di Imperia è legata a quello che è considerato il più grande e crudele processo alla streghe celebrato nello Stivale. Le donne arrestate e torturate sono state decine, di ogni età e ceto sociale, e della maggior parte di loro non si conosce la sorte. La persecuzione è iniziata nel 1587, in seguito a una terribile carestia. La gente del posto ha puntato il dito contro venti “streghe”, che ben presto sono diventate trenta. A Triora sono arrivati i vicari degli inquisitori di Genova e Albenga, alcune case sono state trasformate in prigioni e si è instaurato un vero e proprio clima di terrore. La situazione è peggiorata ancora con l’arrivo da Genova del “commissario speciale” Giulio Scribani. L’uomo ha decretato decine di condanne a morte, spingendo il Doge a richiamarlo e a inviare tre delegati per effettuare una revisione dei processi. La persecuzione ha avuto fine solo ad agosto del 1589, dopo che la Chiesa ha ordinato di chiudere tutti i procedimenti in corso. I drammatici fatti di Triora sono stati alimentati da un miscuglio di ignoranza, fede e superstizione, ma è probabile che a scatenarli sia stato un insieme di interessi politici, economici e personali.

  • Brentonico;

l processo per stregoneria che si è svolto a Brentonico nel 1716 non ha la stessa “fama” di altri in Italia, ma è passato alla storia per quanto è stato pretenzioso e ingiusto. Al punto che, trecento anni dopo, il sindaco del paese ha chiesto e ottenuto la sua riapertura. La vittima delle persecuzioni che hanno flagellato il Trentino-Alto Adige si chiamava Maria Bertoletti, detta “la Toldina”. La donna è stata accusata di molteplici nefandezze (compreso l’infanticidio e la fornicazione con Satana) ed è stata riconosciuta colpevole da un tribunale laico. Già all’epoca la sentenza raggiunta in un unico atto di giudizio era apparsa “iniqua”, ma i dubbi non hanno impedito che Maria Bertoletti venisse decapitata e il suo corpo bruciato sulla pubblica piazza. Gli studi condotti in seguito hanno portato a ritenere con ragionevole certezza che la Toldina sia stata denunciata da alcuni familiari per questioni di soldi. La donna era vedova, risposata e senza figli, una condizione “scandalosa”, che la rendeva un facile bersaglio per le maldicenze e l’accusa di stregoneria ha trovato terreno fertile.

  • Uggiano;

La leggenda delle streghe che danzano e celebrano il demonio intorno a un noce è un “caposaldo” della tradizione beneventana, ma anche in Puglia esiste qualcosa di simile, la tradizione popolare vuole che a Uggiano ci sia un albero di Juglans regia “invisibile”, dove un tempo “striare” e stregoni si riunivano per celebrare misteriosi riti magici. I sabba al “noce del mulino a vento” si tenevano durante gli equinozi e i solstizi e a essi prendeva parte anche la moglie dell’oste di Uggiano. L’uomo non aveva problemi con il “segreto” della donna, anzi, una sera in cui c’era un rito ed era rimasto senza vino né cibo, ha pensato di recarsi all’albero sacro per farsi aiutare. L’idea si è rivelata pessima. L’oste ha sbagliato la formula magica per essere ammesso al sabba e si ritrovato sospesa per aria a testa in giù. Senza il provvidenziale intervento della moglie, sarebbe morto. Da allora, per evitare incidenti e tenere lontani i curiosi, l’albero è stato reso invisibile con un incantesimo. Nessuno sa dove si trovi, ma alcune voci sostengono che sorga nei pressi di un frantoio alimentato da un mulino, da cui il nome. 

Siamo giunti alle conclusioni, periodo oscuri, di cui si tramandano storie e leggende, periodo in cui bastava veramente poco per finire accusato di qualche crimine violento, o peggio di stregoneria, che non era tollerata e si finiva con la peggiore morte. Lascia un mi piace, per opinioni o altro un commento, un saluto, ci vediamo al prossimo articolo di Giovedì.

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